Non c’è giorno che almeno un protagonista dell’immenso mondo del gioco e dei casino online slot non esterni il desiderio di vedere realizzato il sogno del riordino nazionale dell’intero settore ludico. Se ne parla, quindi, con una certa frequenza: ma nonostante ciò sembra che la nostra politica non prenda in considerazione gli appelli accorati che arrivano dalle “Riserve di Stato”, dalle associazioni e da ADM anch’essa interessata ad una nuova regolamentazione che metta ben in chiaro le posizioni dei due grossi segmenti, quello con vincita in danaro e quello del puro intrattenimento che recentemente ha creato qualche misunderstanding tra la stessa Agenzia, i giochi sportivi digitali e la politica. Dunque, tutti vogliono questo benedetto riordino, ma nessuno se ne prende in carico la responsabilità: così passano i giorni ed i mesi (e gli anni visto che l’ultimo accenno ad un riordino risale al 2017) ed il mondo ludico rimane lì fermo in attesa che entrino in azione le Leggi Regionali “capestro” che metteranno in campo il “loro compito” di espulsione del gioco legale.
Veramente un bel risultato! Sia per il futuro del settore che per le casse erariali che non vedranno arrivare i consueti “aiuti” a mezzo della raccolta del gioco che è sempre stata di un certo pregio e che ora barcolla vistosamente… ma alla quale nessuno vuole offrire il bastone per sostenersi. Ecco spiegato il motivo per cui “ci piace” riferire un’ulteriore voce che si unisce a tutte quelle che perorano una nuova regolamentazione del gioco che dovrebbe anche comprendere una compartecipazione degli Enti Locali agli introiti del gioco da impiegarsi per la cura dei giocatori patologici ed alle campagne di informazione per far conoscere il mondo ludico anche nei suoi “anfratti” che devono essere affrontati con responsabilità e cultura. Si intende parlare di quanto dichiarato dal sostituto del rappresentante della Conferenza delle Regioni (che non ha potuto intervenire personalmente) all’audizione di fronte alla Commissione d’inchiesta sul gioco illegale che si sta interessando molto di tutte le esperienze che i vari protagonisti del gioco sono costretti a vivere.
Esperienze che purtroppo il gioco ha dovuto acquisire in prima persona in modo particolare durante e dopo il periodo pandemico, momenti che hanno minato il comparto e tutte le sue attività annesse e connesse. Anche in questo incontro non si è potuto evitare di non ricordare la Conferenza del 2017 dove le Regioni avevano raggiunto un coordinamento a livello nazionale per dare uniformità alla normativa che avrebbe dovuto gestire il gioco pubblico sul territorio. Per il coordinamento allora era stato individuato il Ministero dell’Economia e delle Finanze: purtroppo, non serve continuare a ripeterlo poiché chi conosce un po’ il gioco sa come è andata a finire e sinceramente non si vorrebbe replicare la stessa fine per la Legge Delega sul Gioco che doveva apparire da tempo e della quale non c’è più traccia. Ciò probabilmente a causa della becera guerra in Ucraina alla quale si è accompagnata la temibile crisi energetica che sta mettendo in ginocchio l’economia del Paese ed, ovviamente quella dei suoi cittadini.
E si era nel 2017: ma già prima, nel 2013, le Regioni si erano trovate di fronte all’assenza di un intervento incisivo da parte del Governo centrale e così si erano trovate a dover mettere in campo iniziative mirate a tenere lontani i minori dalle sale da gioco dove venivano offerte le slot machine. Anche oggi è diventato importante intervenire nel mondo delle slot che non si trovano più soltanto nelle sale giochi, ma nei normali esercizi generalisti o nelle tabaccherie dove portano il loro apporto economico ai rispettivi gestori. E dove, forse, risultano essere meno controllati per quanto riguarda l’uso che potrebbero farne i minori anche se gli avvisi di accesso vietato agli stessi è quasi sempre, presente. Sicuramente andrebbe inserito nelle slot, come lo è già per l’uso delle VLT, l’uso della tessera sanitaria per accedervi e così sarebbe un altro tassello di controllo messo in atto. Allora, le Regioni mettevano in campo anche norme restrittive e distanze delle attività di gioco dai cosiddetti luoghi sensibili nei quali si potevano trovare soggetti influenzabili.
Ad opera delle Regioni, ma dove venivano coinvolti nel fare anche i Comuni, era stata anche imposta la preparazione degli addetti ai lavori in modo da poter avere un maggiore controllo sui giocatori evitando loro di trovarsi sopraffatti dal gioco problematico: interventi affiancati ad una pubblicità negativa nei confronti del gioco d’azzardo per allertare sui rischi che si potrebbero incontrare giocando irresponsabilmente. Sempre nel ricordare la Conferenza del 2017, serve sottolineare che in quel momento non si era fatto minimamente riferimento al gioco online che non era presente come oggi e che allora, come oggi, sfugge alle possibilità di un preciso controllo. Ma l’online è diventato un fenomeno sempre più importante e necessita urgentemente di una “personale” normativa pur comprendendo che legiferare in tal senso non è cosa semplice per la stessa natura del “territorio sconfinato” di questo particolare segmento del gioco.
Poi, serve aggiungere che voci di corridoio confidano che tutte le apparecchiature esistenti sul territorio siano dotate di un software per il monitoraggio dei giocatori patologici, ma che oggi non sia stato ancora attivato. E sempre le stesse “voci” suggeriscono che le Regioni vorrebbero dal futuro riordino del settore avere potere discrezionale nel decidere anche in modo più restrittivo norme per il gioco, qualora ve ne fosse la necessità. Ma vorrebbero anche poter usufruire di una parte della raccolta del gioco per poter supportare i costi di monitoraggio del territorio e di cura per i giocatori problematici: di fatto i fondi disponibili oggi sono assolutamente insufficienti a coprire tali costi. Ed infine si insiste nel perorare l’assoluta necessità di una legge nazionale a cui fare riferimento, sopratutto per la forte presenza delle attività di gioco sul territorio derivanti dalla continua richiesta che appare in crescita. Ma è chiaro che il riordino dovrebbe avere il compito di “calmierare” i punti di gioco e magari “dimezzarlo” nel corso di un triennio.
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Data Pubblicazione: 1 Agosto 2022 ore 18:00