Si potrebbe supporre che l’intera industria del gioco e dei casino slot italiani legali sia senz’altro invidiosa del risultato raggiunto recentemente dalle concessioni balneari anche se la discussione delle stesse ha prodotto diatribe piuttosto sostenute anche all’interno della maggioranza. Quindi, sempre in preda ad una giustificata indivia, il mondo ludico può iniziare a sperare che tali risultati, cioè l’assegnazione delle concessioni in virtù di una gara che almeno per il gioco appare, od appariva, inverosimile anche le Riserve di Stato ci potrebbero sperare. Sempre applicando il concetto ormai diventato cosa propria del mondo del gioco che “la speranza è l’ultima a morire” (e sperando anche che ciò non conduca alla chiusura di tante imprese ludiche che stanno davvero vivendo nella speranza di vedere un minimo di interesse da parte del Governo centrale sulla loro sistemazione), si vuole guardare ad un prossimo futuro che possa comprendere anche il riordino nazionale del gioco applicandosi il criterio di avere un gioco pubblico uniforme su tutto il territorio.
Non sembra di volere la luna, ma semplicemente di raggiungere una commercializzazione del prodotto gioco di Stato con una regolamentazione che sia omogenea da nord a sud dello Stivale in modo che qualsiasi giocatore si trovi a confrontarsi con le stesse norme e le imprese del settore gestite in modo uniforme indipendentemente da dove si trovi la loro sede. Non sembra poi un’impresa impossibile da portare a termine: serve soltanto la “voglia del fare” che dovrebbe essere supportata dalla contropartita delle risorse che il mondo dei giochi potrebbe far incamerare alle casse erariali qualora riesca a lavorare come in tempi non lontani e prosperosi: cosa, la prosperosità, di cui gli addetti ai lavori purtroppo hanno dimenticato il vero significato ed il relativo profitto. Ma, bando alle ciance, “ci piace” pensare che ciò potrà risolversi facendosi forti di ciò che è stato applicato nelle concessioni balneari: il criterio uniforme che dovrebbe prevalere su tutto il resto.
Ed essendo anche il criterio che il settore del gioco vorrebbe vedere applicato al proprio mondo, e come richiede ormai da lunghissimo tempo: le concessioni balneari saranno assegnate in base alle gare e partire dal 2024 e dovranno esistere ragioni serie per far slittare questa procedura, per esempio in presenza di un contenzioso. Ma lo slittamento dovrà essere motivato molto bene dai Comuni e per il tempo strettamente indispensabile a dirimere la controversia in essere, e comunque entro il 31 dicembre 2024. Ed anche qui, inevitabilmente, il gioco trae “ispirazione” da questo trattamento “preferenziale” ottenuto dalle concessioni balneari sperando che si possa applicare alle concessioni del gioco scadute da tempo, prorogate più volte quelle delle scommesse, bingo ed online, mentre quelle relative alle Awp la scadenza ultima in base alle norme vigenti scade a marzo 2023: proroga non più procrastinabile fattore che sta mettendo sempre più in fibrillazione l’intero comparto delle apparecchiature da intrattenimento.
Sempre in virtù della già menzionata invidia percepita dal gioco nei confronti delle decisioni acquisite in relazione alle concessioni balneari appare abbastanza chiaro che la linea del Governo sia quella di tutelare i piccoli e medi operatori dagli interessi dei grandi gruppi concessionari pubblici che si occupano di grandi settori come energia, acqua ed altro. Nel caso delle concessioni balneari si valuterà la meritocrazia nella scelta del concessionario e si terrà in debito conto “l’esperienza professionale già acquisita”, ma si andranno ad escludere “analoghe attività di gestione di beni pubblici” cercando come detto di tutelare le piccole imprese. Anche qui potrebbe essere usato lo stesso criterio nel caso delle concessioni del gioco pubblico: si deve considerare, infatti, che molte piccole e medie imprese lamentano il rischio di essere “praticamente eliminate senza speranza” dalle multinazionali in caso le gare fossero eseguite secondo i criteri
stabiliti in tempi precedenti dai vecchi Governi.
E senz’altro ne è passato più d’uno: evidentemente non avevano molto a cuore il mondo dei giochi e le sue imprese, altrimenti si sarebbero assunti l’onere di provvedere al riordino nazionale dell’intero settore. Cosa che si sono ben guardati dall’effettuare negli anni scorsi, e comunque dopo il 2017, anno della Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti Locali. Quello che il mondo ludico deve continuare a sperare è nel proseguimento del cammino della Legge Delega sul Gioco, percorso che ultimamente sembra essersi frenato anche per gli avvenimenti di guerra che hanno coinvolto tanti Paesi e che hanno distolto il Governo da decisioni che erano in itinere e che, per il momento, sono passate in second’ordine. Però, il Governo dovrebbe tenere presente, ed anche molto bene, che la scadenza dell’attuale Legislatura è prossima: infatti, si tratta del marzo 2023 e sembra esserci davvero poco tempo a disposizione per le tante priorità che si sono affacciate per essere risolte dal Governo Draghi.
Indiscutibilmente, il Premier ed il Governo sono sotto pressione e sono innumerevoli i motivi per cui la maggioranza potrebbe dopo le elezioni del 12 giugno ritornare a fibrillare: la carne al fuoco è svariata e ci vorrà estrema attenzione affinché non si arrivi a “farla abbrustolire troppo”. Le discussioni sono infervorate non da ultimo quelle relative ad un eventuale nuovo invio di armi all’Ucraina: ma dopo le elezioni ci si deve guardare anche dalla scadenza del 30 giugno prossimo, delicatissima per riuscire a raggiungere i 45 obbiettivi collegati alla seconda tranche del Recovery Found. E si è visto quanto Mario Draghi si sia innervosito con la sua maggioranza che “perde troppo tempo” in disquisizioni “non importanti quanto questa ulteriore tranche di supporto”: cosa che lo ha portato ad un richiamo piuttosto fermo agli schieramenti coinvolti. Draghi ha speso la sua parola su questi obbiettivi e non può sottrarsi ad un simile impegno forse ottenuto anche per la sua riconosciuta professionalità internazionale. D’altra parte, con l’Europa che “ci controlla” per vedere se si portano avanti i piani di riforme sembra impossibile riuscire a far passare un’ulteriore proroga per i giochi.
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Data Pubblicazione: 30 Giugno 2022 ore 18:00